Nei piatti di Dani García, ricche tradizioni e innovazioni fantasiose si fondono. Dopo aver studiato presso La Cónsula Hospitality School di Málaga, lo chef e imprenditore originario di Marbella si è imposto rapidamente sulla vivace scena culinaria spagnola. Attirando l’attenzione internazionale nel ristorante a conduzione familiare Tragabuches, Dani García ha ricevuto presto la sua prima stella Michelin, seguita poi dalla seconda al Calima e la terza nel 2018 al Dani García Restaurante.
In ogni aspetto della sua carriera, che si tratti di creare e far crescere una brigata esperta in diversi paesi o di pubblicare un libro di cucina con la sua firma, Dani García ha sempre promosso una gastronomia votata alla qualità e all’eccellenza. La sua impresa più recente è l'apertura del ristorante BiBo all'interno del lussuoso Nobu Hotel Ibiza Bay, esclusivo resort della famosa catena Nobu, situato sulla baia di Talamanca.
Superando costantemente ogni aspettativa, le creazioni culinarie di Dani García sono un omaggio alle sue vibranti radici andaluse, sempre arricchite da un'eccezionale originalità, ma anche rivisitazioni di grandi classici con un tocco contemporaneo, con l’obiettivo di catturare storia, cultura, o semplicemente una casa e raccontare tutte queste emozioni all'interno di un piatto.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Dani García, a proposito dei suoi successi, ma anche delle sue fonti di ispirazione.
Hai ricevuto la tua prima stella Michelin diversi anni fa. Come sei riuscito a gestire la pressione per preservare il successo nel tempo?
Penso semplicemente di non aver mai perso la motivazione. Sapevo di voler ottenere la terza stella Michelin, quindi ho lavorato duramente per averla, anche nella gestione della pressione, sapendo che poi avrei avuto tutto il tempo per “rilassarmi” e concentrarmi per portare la mia cucina in giro per il mondo.
Come riesci a mantenere l’equilibrio gestendo tanti ristoranti, anche in paesi diversi, assicurandoti che ogni portata dei tuoi menù sia sempre eccellente e che ogni ospite esca soddisfatto?
È merito del mio team. Sanno come ogni cosa deve essere fatta, secondo i miei canoni, e siamo sempre in contatto per fare in modo che tutto vada per il meglio.
In che misura i tuoi ristoranti o menù sono legati al carattere specifico delle città e della cultura locale?
BiBo, ad esempio, si distingue per la sua flessibilità e capacità di adattarsi a luoghi differenti, quindi nella creazione di un menù, come nel caso del ristorante di Doha, cerchiamo di preservare l'essenza dei gusti del luogo e i piatti iconici del territorio.
Qual è la parte più eccitante del processo per te nel preparare un ristorante per un pubblico così internazionale?
Probabilmente concertare un menù insieme al mio team e poi vedere la reazione degli ospiti.
Una parte del menù di BiBo Ibiza Bay, che hai sviluppato con Abril Chamorro, è dedicata alla cucina messicana. Come è nata questa collaborazione?
Ci è stata offerta l'opportunità di portare il nostro concept di BiBo al Nobu Hotel e non potevamo dire di no. Volevamo dargli un tocco unico e ci è sembrata un’idea perfetta. Sono un grande fan dei sapori e delle consistenze della cucina messicana, quindi è stato naturale, specialmente avendo Abril nel team e potendo contare sulla sua esperienza.
Una volta hai detto che i ristoranti che hanno una “data di scadenza” potrebbero invogliare di più gli ospiti a godersi il tempo a loro disposizione. Come sei giunto all’idea che, in generale, apprezziamo con maggiori enfasi ciò che ha una fine?
Cerco di godermi la vita sempre al massimo, sia che si tratti di un’abitudine quotidiana, che di un’esperienza totalmente nuova o che stia per finire.
Quali altri sensi o forme d'arte stimolano la tua creatività nella realizzazione di un piatto?
La maggior parte dei miei piatti nascono dai miei viaggi e dalle esperienze che ho vissuto nel mondo.
Che cosa differenzia il processo di scrittura di un libro di cucina dalla creazione di un menù firmato Dani García?
In un certo senso, scrivere un libro di cucina è simile alla scrittura di un menù per un concept casual come quello di BiBo, scegliendo ricette che siano accessibili a tutti, ma direi che il libro di cucina richiede molto più tempo di un menù.
C’è un piatto in particolare che ha un valore nostalgico o un significato speciale per te?
Un piatto della mia infanzia, “Cazuela de fideos” (una sorta di stufato con spaghetti e cozze), che mia madre preparava per me.
Nel tuo giorno libero, cosa ami cucinare per te o per la tua famiglia?
Mia figlia ama i mac n cheese, quindi prepariamo spesso questo piatto a casa.
Da cosa o da chi nasce la tua ispirazione?
Come chef, mi hanno ispirato molto Nobu e Joël Robuchon. Ammiro la capacità che entrambi hanno avuto di portare la loro cucina e il loro modello di business in giro per il mondo e hanno fortemente influenzato il mio percorso in questo settore.
Il tuo lavoro ti ha portato in tutto il mondo. Siamo curiosi: qual è la tua città preferita? E quali sono i 5 posti migliori di questa città che consiglieresti al tuo migliore amico?
Ho la fortuna di aver viaggiato molto e tutti i miei piatti sono ispirati ai paesi che ho visitato, ma per me non esiste una città come Marbella, la mia città natale. Consiglierei lunghe passeggiate sul lungomare e sul molo del Marbella Club, le zone di montagna e una visita a La Concha e, naturalmente delle tappe culinarie: BiBo, Leña e Lobito de Mar.
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Intervista: Raffaele Castelli / Giusi Riccio
Last Updated on Marzo 17, 2024 by Editorial Team
Giusi è una social media manager e content writer che ha lavorato tra l’Italia e il Regno Unito. Con oltre dieci anni di esperienza nel mondo della comunicazione, porta con sé un bagaglio di competenze per valorizzare al meglio le narrazioni dei marchi in diversi ambiti.