Sips Barcellona Drinkery House
Nell’accogliente Barcellona, tra le sue strade fiancheggiate da bar accattivanti e alla moda, ce n'è uno che attira ogni cittadino o viaggiatore passante, ed è sulla bocca di tutti: Sips. Questa fantastica “drinkery house” è nata da un’idea di Simone Caporale e Marc Álvarez, due dei migliori bartender al mondo, la cui collaborazione ha portato ad una delle aperture più attese dell'anno.
Marc e Simone hanno ottenuto, infatti, grandi successi nel loro mestiere: Marc ha coordinato per ben otto anni la selezione dei cocktail per i sei ristoranti del famoso gruppo spagnolo elBarri, mentre Simone ha gestito The Artesian all’interno del Langham Hotel di Londra – eletto come il miglior bar del mondo in diverse occasioni.
Con l’apertura di Sips Barcellona hanno voluto spingersi oltre le aspettative: in ogni suo aspetto, dal design alle proposte, il locale si presenta con un concept del tutto nuovo, ben lontano dalla classica idea di cocktail bar. È un luogo che stupisce con le sue presentazioni straordinariamente creative, uno spazio sofisticato, ma allo stesso tempo vivace e aperto a tutti. La lunga lista d'attesa per entrare, rende un tavolo nel locale di Marc e Simone assai ambito al momento. Piuttosto prevedibile, date le premesse da cui si partiva.
Raccontateci come vi siete avvicinati alla mixologia e come siete diventati due dei migliori bartender di Barcellona.
Abbiamo iniziato come tutti nei club, lavando i bicchieri e facendo le pulizie. A poco a poco, abbiamo acquisito nuove competenze, fino a diventare dei veri e propri bartender.
Sips Barcellona è una “drinkery house” piuttosto che un cocktail bar; come descrivereste la differenza tra questi due concept?
Volevamo aprire un bar dove tutti potessero identificarsi con un cocktail, un buon vino o una birra. Amiamo creare cocktail ma ci piace anche poter offrire dei buoni vini locali o degli alcolici rari… Il bar è un luogo magico per noi.
In che modo il design stesso del bar stesso enfatizza o riflette la vostra idea?
Abbiamo deciso di non avere un bancone al Sips ma che fosse uno spazio aperto, evitando di creare barriere fisiche tra chi ci lavora e chi no. I nostri ospiti lo adorano, e così facendo, alcuni posti a sedere offrono una visione sul locale che è la stessa che di solito si ha dal bancone.
Si dice che l'idea di Sips Barcellona sia nata a Londra, dove Simone ha anche diretto l'Artesian per quattro anni. In che modo la cultura del cocktail a Barcellona somiglia o differisce rispetto alla capitale inglese?
A Barcellona si avverte un puro entusiasmo tra la gente. Inoltre il flusso di ospiti internazionali è abbastanza solido da renderla una meta in continuo movimento. E poi il mare cambia l'energia generale della città, rende tutto più vivo.
I vostri cocktail mostrano un'incredibile abilità artistica. Ci sono altre forme d'arte a cui vi ispirate nel vostro processo creativo?
Quando si ama ciò che si fa, si tende a voler fare sempre di più e ad essere creativi in modi diversi. Per la carta dei cocktail attuale, ci siamo ispirati ad alcune esperienze personali, ma anche a viaggi, geometrie e prodotti diversi, sempre considerando la domanda: “come lo berrò?”.
Quali sono i vantaggi del lavorare in modalità batch, dove più baristi lavorano su un singolo drink?
Non c'è un modo migliore o peggiore di preparare un cocktail, si ottengono semplicemente risultati diversi: drink che la gente ama e riordina o drink che la gente non ama affatto.
Batchare alcuni ingredienti significa assemblarli in modo che possano garantire una coerenza nel servizio… un fattore che nel settore dell'ospitalità a volte tende ancora ad essere un optional. Nel momento in cui non riesci ad offrire lo stesso ottimo drink a mezzanotte di un venerdì come in un tranquillo martedì sera, stai sbagliando qualcosa. Bisogna capire cosa non va, renderlo magico e farne una certezza.
Qual è il cocktail più richiesto al Sips? Quale riceve le migliori reazioni?
La nostra carta ha oltre venti drink; una parte di questi sono cocktail d’autore che creiamo noi, altri sono quelli che chiamiamo “class-sips”, che consistono al 98% in un classico cocktail con un 2% di filosofia Sips. Possiamo dire che la maggior parte dei nostri ospiti ama esplorare le varie proposte, e questo è un ottimo segnale per noi. Nel momento in cui l'ospite smette di esplorare, significa che l'offerta non è abbastanza efficace.
Ogni bevanda è servita in bicchieri di vetro fatti a mano dagli artigiani Ferran Collado e José Piñero. Com'è nata questa collaborazione e quali sono i fattori importanti da considerare per il design di questi pezzi?
Ferran e José sono nostri amici di lunga data e abbiamo collaborato con loro negli ultimi otto anni. Generalmente facciamo un disegno o un mockup con la cera o della plastilina, poi lo condividiamo con loro, ed è lì che avviene la magia, perché aggiungono il loro punto di vista, la loro esperienza e il loro tocco artistico. È molto interessante vedere come un'idea iniziale si sviluppa fino a diventare un bicchiere finito, pronto per un nuovo drink.
Come è nata l'estetica elegante e retrò del marchio Sips? C'è una sensazione particolare che volevate trasmettere?
Siamo nati negli anni '80. Allora eravamo troppo piccoli per viverli, ma oggi il grande pubblico è particolarmente legato a quell'epoca; non importa se hai 20, 30, 40, 50 o 60 anni. Allo stesso tempo, volevamo creare uno spazio senza tempo. In un bar, quando ti senti a tuo agio, il tempo si ferma… In pratica, miriamo a raggiungere questo obiettivo.
Come spieghereste la vostra professione a un bambino?
Un lavoro molto serio e responsabile, dove avere l’opportunità di incontrare persone diverse, imparare cosa significa il “vero gusto” e rendersi conto che la storia dietro un bar è molto più interessante di quello che insegnano a scuola.
Se poteste cambiare il mondo in questo momento, cosa fareste?
Cambieremmo le responsabilità di chi ha dei privilegi, a cominciare da noi, i baristi. Abbiamo il privilegio di fare la professione che amiamo e che abbiamo sognato di fare. Bisogna essere grati ogni giorno, facendo quello che si può per lasciare un posto migliore di quello che abbiamo trovato.
Da cosa o da chi traete l’ispirazione più grande?
In passato ci ispiravamo ad altri baristi o chef, il che naturalmente aiuta, ma se vuoi andare davvero lontano con la tua creatività devi aprire la tua mente ad altre discipline, cercare di capire come funzionano altri mondi non correlati al tuo e poi applicare nuove idee al bar.
Come definireste i vostri principi guida?
Il nostro stesso DNA è la nostra guida, sia per Sips che per tutti gli altri progetti. Creare un marchio è la chiave del successo, altrimenti si finisce col perdere la propria identità e magari copiare gli altri.
Avete raccontato che il vostro prossimo bar Esencia sarà più “estremo” e “all'avanguardia”. Cosa possiamo aspettarci?
Al bar Esencia avremo una carta con vini, cocktail, birre e liquori, e ognuno sceglierà ciò con cui si identifica. All' Esencia, dovrete fidarvi di noi, perché capiremo le vostre aspettative per proporvi una vera e propria “montagna russa” di sapori.
È stato un piacere sedersi da Sips Barcellona e parlare con Simone e Marc. Non vediamo l'ora di incontrarli di nuovo – questa volta per provare la loro nuova selezione di cocktail incredibili per la prossima apertura di Esencia.
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Last Updated on Marzo 17, 2024 by Editorial Team
In qualità di caporedattore, Raffaele cura il magazine con un tocco cosmopolita, avendo lavorato tra Londra, Berlino, New York e Barcellona. Le esperienze con i marchi del lusso, insieme alla passione per i viaggi e l’alta cucina, regalano ai lettori una prospettiva unica.